Belìn che Scimmia - Windsurfing Association


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La Strambata

Tech Tips > le lezioni di ITA-1

Articolo di Andrea Cucchi - courtesy of www.p7squad.com

E’ un movimento meccanico, ma la diversa attrezzatura, condizione del vento, acqua, rendono la strambata una delle manovre più difficili da eseguire a pieni regimi sempre. E’ un po’ come lo swing nel golf! Le posizioni leggermente diverse, il timing, fanno le differenze tra una strambata che finisce in strambata ed una che finisce con un gran tuffo nell’acqua.

Una strambata laydown eseguita perfettamente ad altissima velocità è sempre una delle manovre più gradite da vedere per la molti surfisti. E’ come il sogno di poter trovare il coraggio di poter fare il sognato forward loop. Ma per fare la strambata bene non si rischia niente… basta entrare a piena velocità in curva in assetto super aggressivo e determinato. Sicurezza decisione e pochi movimenti extra sono la chiave del successo!
Velocità: Non bisogna mai perdere la velocità in andatura prima di entrare in curva. Per evitare questo, quando decidete di strambare lanciatevi al lasco pieno.

Staccarsi dal trapezio: un errore tipico è quello di avvicinare la vela al corpo. Tenete invece le braccia stese e la vela chiuse. Date voi un colpo di bacino per staccarvi dalle cime. In questo modo l’attrezzatura non perde l’assetto e velocità. In un colpo solo prendete un posizione più dritta, togliendo il piede posteriore dalla strap mettendolo nel bordo della tavola sottovento, esattamente parallelo a quello anteriore.

Allargate molto la presa delle mani: Arretrate molto la mano posteriore. L’anteriore più vicino all’albero. (questo vi aiuterà nel momento della rotazione della vela sulle nuove mura.) Iniziate a schiacciare con il piede posteriore sul bordo, mentre con quello anteriore alzate il tallone schiacciando con la punta. Piegate le ginocchia spostando il peso. Guardate avanti in maniera di cercare un cavo dell’onda dove pensare di chiudere poi la manovra. Mai guardare la vela o il boma! Più tenete la punta del piede anteriore verso la prua, più il raggio di curva sarà lungo. Più la punta guarderà sottovento, più sarà un raggio di curva corto.

Siete entrati i curva, sicuro dei vostri movimenti da compiere. Nessuna esitazione e guardando avanti. Col braccio dietro chiudete la vela: portate la mano posteriore più vicino al corpo. Stendete il braccio anteriore. Questo movimento è importante per dare alla tavola un’ulteriore accelerazione da parte delle vela.
Come nella sequenza, se il vento è forte potete fare la variante race, abbassando la vela verso l’acqua. Questo aiuta a creare più pressione sul bordo della tavola, e dunque aiuta ad avere ulteriore stabilità garantendo controllo. Per abbassare la vela abbassatevi col busto che la forza centrifuga vi terra in piedi. Mantenete la posizione fino a metà curva. A questo punto voltatevi con lo sguardo verso le nuova mure (mai guardare il rig!) Mantenete i piedi nella stessa posizione. Con il braccio anteriore iniziate a sollevare la vela verso di voi, mantenendo il braccio dritto e facendo ruotare il rigg davanti al vostro corpo. Stendete il braccio dietro per permettere alla bugna di aprirsi con il vento. A questo punto sentirete la bugna tirare con la vela che vuole girarsi sulle nuove mura. Lasciate subito il la presa della mano posteriore

(Nel vento leggero conviene tenere un raggio di curva più largo per mantenere la planata. Per far questo conviene dunque tenere la vela molto dritta ed aperta per permettere il vento di spingerla anche nel momento che si a ha la tavola completamente di poppa. La rotazione della vela, avviene quando la tavola è già quasi nelle nuove mura. Questo permette di mantenere la tavola sempre ad una velocità planante.)

La vela ruota sulle nuove mura e noi a questo punto nello stesso momento pensiamo ai piedi.
Il piede anteriore esce dalla strap ruotando di 180° posizionandosi sul centro della tavola. (Il piede scivola in questa nuova posizione senza alzarsi). Il piede posteriore, allo stesso tempo, si sposta sul lato del piede d’albero sul bordo naturalmente sopravento della tavola. Mentre fate questo, la vela è già quasi pronta per essere ripresa dall’altra parte. La mano anteriore si gira e a questo punto rimane sulle mure vecchie. La mano posteriore passa a prendere il boma vicino all’albero passando sotto all’altro braccio.

Lasciate il boma con la mano rimasta sulle vecchie mura e con la nuova mano anteriore portate il rig avanti. Mettete la nuova mano posteriore sul boma, cazzate la vela, (in vento leggero date due pompate per mantenere la planata), e mettete i piedi nelle straps.

Aver portato il rigg in avanti ed avendo girato il rig cosi in anticipo vi aiuterà a tenere la tavola più piatta sull’acqua., evitando che si metta troppo peso sulla poppa affondandola: risulterebbe in una frenata completa. Cosi la tavola rimane invece piatta e si riesci a sfruttare tutto il suo volume per mantenere la galleggiabilità e dunque planata.


Flaka Diablo, Puneta... Ma sappiamo strambare??
Per noi surfisti della domenica, trovare condizioni per imparare anche solo la vulcan, con vento costante, acqua piatta e disponibile solo nel weekend, è praticamente impossibile. Peraltro è rarissimo vederne una chiusa come si deve, per non parlare di tutte le altre impossible moves del freestyle (anche se è stato proprio lui a ringiovanire il ns sport). Quindi concentriamoci sui basics e vediamoci questo filmato di KP che ci mostra come eseguire la manovra più importante del wsurf!

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